Partnership al Progetto -

Ipotesi di due figure come partner per il Progetto. 


Curatori parte Artistica:

 

- A) Casa editrice Dantebus S.r.l - referente Elena D'Orazio

 

Curatore parte Tecnico – Artistica:

 

- B)  Dott. Marco Ruffini Architetto e Scultore 

blog associati: https://artelaguna.world/artist/marco-ruffini/  

 

https://www.exibart.com/evento-arte/studio-visione-la-scultura-di-marco-e-massimo-ruffini/

 

Intervista- Al momento è stato possibile svolgere l'intervista unicamente con il Curatore della parte Tecnico-Artistica. L’ipotesi è che il Dott. Marco Ruffini possa rappresentare Il Sostenitore del progetto e L’effettivo ipotetico Cliente.

La breve intervista fa seguito ad uno studio approfondito dei lavori e delle esperienze architettoniche-artistiche del Curatore: 

 

Prima parte       Ascolto dei suoi ultimi lavori 

   

Seconda parte  Espongo la mia proposta di Partnership:

 

              Un elemento di rilevante importanza del progetto, è il rapporto tra  i progettisti (architetti, ingegneri, strutturisti ) e gli  attivatori degli interessi (sostenitori del progetto, clienti) sia da un punto di vista generale e  sia da un punto di vista economico, sociale, ambientale, ma anche come in questo caso, da un punto di vista artistico ed architettonico.

 

Terza parte: Presentazione del Progetto, dal generale al particolare:

   

Nel Laboratorio di Sintesi l’interesse è incentrato su l’emergenza idrica, sulla progettazione architettonica ed urbana di molteplici aree abbandonate, lungo le due sponde le fiume Aniene. L’ambito è quello della mixitè funzionale in cui c’è una forte idea d’uso prevalente nel vuoto urbano prescelto, inserito nel Programma   amplio di “Unlost Territories” (http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/UNLost/index.htm).  La metodologia progettuale che ci è stata proposta ha una matrice americana ed una  italiana, un ibrido frutto della cultura e delle diverse esperienze di insegnamento dell’Architetto  Prof. Antonino Saggio  (http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/ ). 

I principali cicli tematici su cui si è svolto il lavoro teorico ed operativo partono dallo sguardo critico del luogo, della città ed dei vuoti urbani, dal programma d’uso, dal concetto di mixitè, dal promoter progettuale, dall’articolazione degli spazi e dei volumi con l’utilizzo della Scacchiera di Progetto, dal sistema insediativo ed ambientale, dal sistema di gestione delle acque e del  sistema distributivo, dal sistema espressivo, dalla Sintesi progettuale. (ulteriori delucidazioni rispetto a questi punti sono fatti a voce)

Per la complessità del tema progettuale sono stati proposti cinque principi delle infrastrutture che fungono da strumenti ritenuti capaci a far rinascere pezzi di città abbandonati: la  Multifunctionality, i Green Systems, L’Information Technology Foam, la Living Accessibility, la  Slow Scape; La Cittadinanza. (ulteriori delucidazioni rispetto a questi punti)

 

 

 

 

Il Progetto declinato nel mio caso specifico:

 

In primis la spiegazione del titolo: 

Art Soci.all.  -L'arte contemporanea nell'era del digitale, complesso polifunzionale h/24

 

Un progetto Architettonico ed Urbano Sostenibile, che lega insieme esigenze odierne e del passato, tramite l’utilizzo di tecniche digitali e tradizionali di cui si deve far tesoro. Idea che passa da un concetto di architettura che, come disse Mies van der Rhoe, fosse “volontà di un’epoca tradotta nello spazio” e quindi, figlia del nostro tempo, 

i cui obiettivi principali sono di Sostenibilità e di Integrazione rispetto al contesto più amplio e più complesso in cui si opera.

Da qui, l’idea di equilibrio tra spazi naturali ed artificiali, sia per il contesto urbano sia per quello architettonico, fino ad arrivare a quello artistico espositivo.

 

Il Progetto architettonico si articolerebbe in diversi elementi realizzati a vari livelli, in basso, al livello del fiume e del contesto naturalistico, elementi volti ad accogliere i servizi di quartiere (Bar, Info point,…. etc.), al di sopra, un elemento con più alta valenza che poggia e si incastra con essi. L’idea è quella di realizzare una Struttura Ponte, che colleghi, con una sorta di percorribilità le due sponde dell’Aniene, e che possa accogliere una serie di funzioni che possano legarsi al tema dell’Arte.

Questi spazi rispondono alle diverse azioni ipotizzate su un modello di utilizzo della struttura h 24, partendo dalla produzione artistica, all'esposizione di essa, agli spazi di studio e lavoro, di confronto con esterni, a quelli dedicati alla convivialità al relax.

In sintesi ambienti espositivo-museali ma anche laboratoriali (coworking, start-up,), insieme a quelli ricreativi (ristorante, dormitori) etc..

 

(esposizione degli ultimi elaborati realizzati durante il corso)

 

  

 

F: A seguito delle esperienze come architetto e scultore avute nella sua prosperosa carriera le vorrei domandare se pensa che potrebbe essere utile puntare su un’ipotesi progettuale siffatta: 

 

M: Certamente. Il ponte non è solo un luogo di passaggio ma andrebbe inteso, anche come situazioni espositive museali culturali (vedi Carlo Scarpa per Venezia) ed al momento questo manca. Si tratta anche di una operazione interessante, appartiene al mondo della cultura e delle persone che vivono lo spazio. Oramai di maggiore interesse è l’Interattività dove ci possa divertire e mischiare le varie attività culturali.

 

 

F: Le domande principali da cui sono partita per la progettazione: Dove, Quando, Quanto, Chi, Perché, Cosa, Come. Di cui l’ultima è la più importante per definire le scelte formali del progetto di Architettura. 

Le porrò alcune domande declinate in questi termini:

 

Sul Dove:

F: Pensa che questa ipotesi di progetto potrebbe migliorare l’area in questione e portare un plusvalore al contesto più ampi è in cui inserita, riattivando anche i rapporti tra il fiume e la città ?

 

M: Si che lo fa, se metti a confronto Picasso e Mirò: Picasso ti salta addosso mentre con Mirò entri d’entro l’opera nel suo astrattismo. (Non avendo capito il paragone, chiedo delucidazioni) Certo, perché dovrebbe essere una azione forte, un progetto forte.

 

F: Dal punto di vista spaziale, dove vedrebbe meglio il posizionamento degli spazi espositivi e tecnici? Dal punto di vista funzionale dove è preferibile posizionare gli spazi espositivi? 

 

M: Gli spazi espositivi del ponte potrebbero funzionare su un elemento unico ma le paure sono quelle di non riuscire ad evitare alcuni indebolimenti inseriti in questo ponte. (chiedo maggiori delucidazioni) 

 

Sul Quando: 

F: Ritiene attuale una ipotesi progettuale in cui l’aspetto d’uso prevalente è quello espositivo basato sull’integrazione della parte digitale e manuale nelle principali forme artistiche? In un’ottica di condivisione e concertazione condivisa? In un’ottica basata sulla sostenibilità ambientale, sociale ed economica?

 

M: Si perché è un elemento attrattore, in questo caso a cosa servirebbe un ponte? Vedo già elementi di collegamento tra le due sponde, tu gli dai un altro uso ad un ponte che è importante. (vedi Ponte Vecchio Firenze)

 

Sul Quanto: 

F: Per quanto riguarda il fattore tempistico pensa che ci sia la possibilità che questa tipologia di progetto potrebbe perdurare negli anni con anche relativa trasformazione in base alle continue evoluzioni dei bisogni collettivi. In un’ottica di flessibilità degli spazi e di possibile riutilizzo futuro?

 

M: si un ‘operazione del genere penso si dovrebbe basare sull’impatto emotivo, al di là della flessibilità futura, servirebbe un’impostazione forte ma anche inutile. Ma ci vuole anche l’inutile in un progetto. Serve qualcosa di fluido, di dinamico e naturale. Per unire degli spazi plastici che ti attirano e che ti invogliano ad entrare, devi essere colpito. Deve essere legata molto a queste cose perché sennò non perdurano nel tempo. 

La scultura è un po' l’anima dell’architettura, il vuoto come si fa? o togli o metti un pò come quando uno fa l’amore. Come con Michelangelo o togli perché già c’è o aggiungi perché manca, ma come dice Arturo Martini, nell’articolo “il trucco di Michelangelo” secondo lui Michelangelo era pigro perché toglieva, mentre Donatello toglieva ed aggiungeva l’essenziale e per questo considerava forse, e ribadisco il forse, che trai i due il più interessante potesse essere Donatello. Proprio perché metteva il necessario. Forse è proprio questo il segreto, mettere quello che nello spazio è necessario. Bisogna mettere curiosità in un’opera del genere.

 

F: Invece dal punto di vista economico, pensa che sia superabile la differenza tra i costi di realizzazione ed il plusvalore che potrebbe portare al contesto in cui è sita la struttura anche nella prospettiva di produrre reddito e lavoro in maniera duratura?

 

M: Negozi, artisti, musica, ma soprattutto per la cucina. La gente va alle fiere per mangiare, ci va anche più volentieri. Devi rendere il posto felice, sicuro potrebbe abbattere costi in funzione deal valore anche per la possibilità di essere aperto in un ciclo di una giornata e quindi avere gente che se ne prende cura.

Il ponte è pubblico, o fluido aperto che permette l’attraversamento ed in alcuni punti chiusi protetto per evitare vandalismi e distruzione.  Io vedrei bene l’attraversamento come una piazza, non so se mi spiego.

 

 

Sul Chi:

F: Quali altre figure da poter coinvolgere nell’ipotesi attuale di una concertazione condivisa?

 

M: Oltre architetti, scultori, la casa editrice Dantebus, mi sembra una buona scelta. Vedrei molto la musica e quindi coinvolgere meglio questo aspetto.

La pittura si può inserire nei colori del paesaggio vicino, che esplodono, con anche il contrasto del colore nell’architettura e nella natura si contrappongono e la plastica nei volumi che vorresti fare.

L’operazione diurna e la luce artificiale di notte che da anche il colore. Il riflesso dell’acqua. Quindi sarebbe più semplice dire quali figure da non prendere in considerazione. (vedi Richard Serra con le grandi sculture in cui ci cammini dentro)

 

Sul Perché:

F: Quali sarebbero i bisogni principali da poter soddisfare tramite la progettazione?

 

M: Che la gente ci vada senza aver bisogno di un invito. C’è anche il discorso della bellezza e per fare una cosa bella c’è anche bisogno della semplicità, della sintesi, equilibrare la funzione alla tecnica. Se è troppo struttura è strutturalismo, per fare un’opera di architettura dovrebbe avere il fascino di adesso. Uno spazio, che riesca a dare una suggestione enorme, è il tempio non finito l’unione tra lo spazio che vedi delle colonne senza tetto il cielo, il giocare con la natura che ci sta in torno che sta sempre lontana ma con cui si può rapportare. (vedi i Templi di Pestum) Molto più interessanti anche di come potevano essere all’inizio, le colonne che potrebbero sembrare inutili poi diventano un’esperienza. In questo caso l’utilità dell’acqua nel farla diventare qualcosa di vivo, bisogna divertirsi e far divertire gli altri. Bisogna fare come fa il violinista, che ci mette otto anni ad imparare a suonare il violino, ed è il magico della progettazione. Basta una finestra, qualche volta per fare l’architettura. L’interno e l’esterno che devono giocare tra di loro.

 

Sul Cosa:

F: Quali miglioramenti possibili da privilegiare? Quali aspetti potrebbero essere più trascurabili?

  

M: Da privilegiare Il rapporto con il fiume, il passaggio e dare un’importanza diversa alla parte espositiva. Lavorare di più in sezione (vedi le strutture di Ceruli scenografo e sculture), soprattutto nel rapporto dei tagli e delle sezioni con le luci e con l’acqua.

E’ è giusto il bar e tutte le funzioni eccetera. E’ giusto utilizzare anche una cosa inutile che poi diventa utile quando vai la.

 

Sul Come:

F: Quali materiali potrei privilegiare per far sì che il linguaggio formale generale sia armonioso nel suo insieme ma che possa essere comunque declinato diversamente per gli spazi collettivi, per gli attraversamenti, fino ad arrivare a quelli privati, quindi senza negare le varie differenze spaziali? 

 

M: Il Calcestruzzo precompresso, il Corten ed il legno. Ad esempio, la parete di Corten che è parte dell’acqua. 

Con il lavoro sulla luce alcuni materiali vengono enfatizzati, ma spesso bastano elementi semplici (vedi Scarpa, Mostra di Canova ed il Lago di con sculture con sfondo in ferro)  

 

 

In fine 

 

 

F: Quali le speranze auspicabili?

 

M: Di riuscire ad arrivare a farlo, al punto. E’ difficile rispondere a questa domanda, che diventi un fatto naturale forse, visto che si trova sulla natura.

Se uno viene da te sa che lo sai fare, devi interpretare le esigenze altrui ma anche le tue idee progettuali. 

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